I diritti dei bambini e delle bambine:20 Novembre 1989, la Convenzione delle Nazioni Unite
L’educazione si colloca al centro dello sviluppo sia della persona sia della comunità; il suo compito è quello di consentire a ciascuno di sviluppare pienamente i propri talenti e di realizzare le proprie potenzialità creative, compresa la responsabilità per la propria vita e il conseguimento dei propri fini personali. (J. Delors)
L’educazione e l’esercizio consapevole e attivo dei propri diritti e doveri della propria persona deve cominciare a scuola, sempre nel rispetto per la natura e la strutturazione dei tempi della persona stessa.
Ciascun individuo è soggetto di diritti sociali, civili, politici, economici e culturali, e il prossimo 20 Novembre ricorrerà l’anniversario della sottoscrizione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, siglata e approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, in cui anche i bambini sono stati riconosciuti come portatori di tali diritti.
La Convenzione delinea un vero e proprio testo giuridico, in cui si è tenuto conto della necessità di concedere una protezione speciale al fanciullo: esigenza che era già stata enunciata nella Carta dei Diritti del Bambino del 1923 e nella Dichiarazione di Ginevra del 1924, che rappresentò la base per la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo adottata dall’Assemblea Generale nel 1959, e riconosciuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo .
Sono stati siglati ben 54 articoli, che donano rilievo al fatto che i bambini non sono oggetti passivi da assistere, ma piuttosto sono persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere, per consentire loro di crescere e di esprimere il loro pieno potenziale.
Sono 169 i Paesi che si impegnano a rispettarne i principi generali; in particolare ne sono stati individuati cinque:
-Non discriminazione: i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza alcuna discriminazione di razza, lingua, sesso, religione, opinione del bambino o dei suoi genitori.
-Superiore interesse: in ogni decisione, provvedimento giuridico, azione legislativa, iniziativa pubblica o privata, deve avere la priorità l’interesse del bambino/adolescente.
-Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo: gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
-Ascolto delle opinioni del bambino: diritto a essere ascoltato in tutti i processi decisionali che lo riguardano e il corrispondente dovere, da parte dell’adulto, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
Purtroppo però, nonostante i progressi, sembra di vivere in una società ancora fin troppo adulto-centrica. Una società in cui i bambini devono adattarsi alla vita frenetica dei genitori, in cui si assiste ad una continua corsa tra lavoro, scuola, sport e corsi extra-scolastici, che non lascia neanche il tempo di osservare ciò che ci accade attorno e di assaporare il bello delle piccole cose.
Neanche la scuola sembra essere a misura di bambino. I ritmi, le dinamiche quotidiane e gli elementi che caratterizzano l’organizzazione scolastica sembrano essere anch’esse sotto il controllo degli adulti e non conformi a quelle che sono le esigenze reali degli alunni.
La nostra piccola realtà del Borgo cerca invece di andare controcorrente e sensibilizzare le famiglie nel ricordarsi di considerare bambini e bambine come protagonisti attivi del proprio percorso di crescita, mentre gli adulti ne sono gli accompagnatori.
L’idea è quella di crescere in un ambiente sano, libero da costrizioni, sulla base delle naturali esigenze di bambine e bambini, e in cui venga insegnato loro ad osservare, nutrirsi di meraviglia e conoscere il mondo che ci circonda in maniera diretta e non passiva.
Maestra Martina
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