《I bambini non piangono》
《Sembri una femminuccia》
《Quel gioco è da maschi》
《Non giocare con la terra o finirai per sporcarti tutta》
Quante volte, purtroppo, abbiamo sentito frasi di questo tipo rivolte a bambini e bambine, identificandol* in base al loro genere e senza permettere loro di essere liber* e di fare ciò che vogliono o sentono?
E quante volte vediamo associare giochi di cura domestica e accudimento alle bambine o ci si scandalizza se un bambino voglia giocare con un bambolotto?
Credo troppo spesso.
La genderizzazione di giochi, vestiti, colori o comportamenti è fonte di stereotipi.
Modalità comunicative di questo genere contribuiscono a formare nella mente del bambin* immagini stereotipate e sessiste, da cui sarebbe fondamentale uscire poiché inconsapevolmente apportano dei danni a lungo termine.
Per questo tra gli obiettivi educativi -sia a scuola che in famiglia- dovrebbe esserci quello della parità di genere, attraverso cui vengono decostruiti tutti gli stereotipi che inconsciamente vengono trasmessi a bambine e bambini.
Perciò educatori, insegnanti e genitori: iniziamo ad educare, anche nelle piccole azioni quotidiane, alla parità di genere. Educhiamo oltre gli stereotipi. Educhiamo alle differenze e al rispetto dell’altr. Lasciamo che un bambino sia libero di giocare con cucinetta e bambole. Lasciamo che una bambina si dedichi a giochi di logica, azione o scienza senza essere per forza interessata a bambole o Barbie, quanto piuttosto lo sia per una nave dei pirati. Non esistono “giochi da maschi” o “giochi da femmine”: esistono giochi di cura, giochi creativi, giochi simbolici e di società. Non esistono giochi, colori o attività precluse ad un genere e non all’altro. Abbiamo una responsabilità sociale e in questo senso dobbiamo cercare il più possibile di educare alla parità. Soltanto educando alla parità e crescendo bambini e bambine liber dagli stereotipi potremo costruire un mondo più giusto ed inclusivo.
Maestra Martina